mercoledì 2 aprile 2008

Gita a Sigonella

Ragazzi incollo il programma della gita a Sigonella, organizzata dalla Cammarota. E' fissata per il 23 aprile, perciò lo stesso giorno non ci sarà lezione di sociologia politica. La quota è di 12 €.

PROGRAMMA
Partenza in pullman da Messina ore 8,30
Arrivo a CT presso stazione SAIS ore 10,30 e incontro con i collettivi di Catania.
Partenza e arrivo a Sigonella, sosta nello spiazzo antistante la base militare, autostrada CT-Gela, ricevimento giornalisti.
Ore 11,30 lezione della prof.ssa Nella Ginatempo-docente di Sociologia Urbana presso la Facoltà di Scienze Politiche- Università di Messina sul tema “Come nasce la città della guerra-analisi dei processi di mìlitarizzazione in corso nell’area di SigonellalLentini e Scordia —ruolo e funzione della base USA in Sicilia- un territorio appeso alla guerra globale- una popolazione esposta al rischio atomico ed ai rischi di guerra”.
Ore 12,30 dibattito.
Ore 13,30-14,30. Sosta in contrada Xirumi nei pressi di Lentini dove è previsto un grande allargamento della base militare-colazione a sacco.
Ore 15,30-17,30. Presso il liceo scientifico di Scordia, assemblea- dibattito con proiezione del fumato inchiesta di Rainews24 sulla base militare di Sigonella.
Rientro a Messina ore 19,30.

OBIETTIVI DELL’INIZIATIVA
Un’altra sociologia del territorio. Finora i maestri della sociologia urbana in Italia hanno indirizzato la loro attenzione e le loro ricerche in prevalenza verso le città del belpaese, nell’intento di migliorarne la qualità della vita e di proporre riforme sociali. Ma di fronte allo scempio di innumerevoli città che è avvenuto in questo ultimo ventennio appena fuori dei nostri confini, da Sarajevo- Belgrado Pristina, a Baghdad- Bassora, Kabul-Kandahar e così via, dovremmo cominciare a porci altre domande come: “perché continuiamo a distruggere le città degli altri popoli ?“, anziché continuare a chiederci “come possiamo migliorare le nostre belle città”. Per una sociologia urbana che assuma uno sguardo globale, è vitale comprendere il nesso che lega la costruzione delle cittadelle fortificate della guerra (107 basi militari USA-NATO) in Italia, disseminate in tutte le regioni, alla distruzione sistematica di ampi territori e città oltreconfine. Cominciamo a fare tentativi nuovi, a rilanciare la ricerca sul campo, ad aprirci alle contraddizioni laceranti della guerra e della globalizzazione che i nostri massmedia tentano di oscurare. Per una università che scenda dalla torre d’avorio e contribuisca ad analizzare la crisi della nostra epoca e a cercare vie nuove a partire dall’uso del territorio e delle risorse orientato alla pace. Un altro rapporto con i soggetti sociali del territorio. Cerchiamo una forma di cooperazione coi territori che faccia dell’università un servizio sociale e una palestra di democrazia dove sia possibile il confronto politico serio e la ricerca assieme ai soggetti sociali attivi per il mutamento. Una radicale opzione per la pace e per il disarmo. Sperimentiamo forme di ricerca e di conoscenza che siano costantemente orientate verso una politica di pace fondata sul disarmo e sulla smilitarizzazione dei territori.


Per le iscrizioni, contattate la Prof. Meo.

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