lunedì 21 aprile 2008

Civetta, coccodrillo, distico e tamburino...benvenuti nello zoo del giornalismo perverso.......

Ebbene si, lo ammetto, mi vergogno. Sono assolutamente in crisi con me stessa dopo le parole di un grande professore che ha destato la mia parte giornalistica assopita. "Non sai cos'è il tamburino? Vergognati". E ho avuto un crollo giornalistico-emotivo di dimensioni pantagrueliche. Proprio io, la grande scrittrice, cronista di nera, giudiziaria, bianca, sindacale, specialista in dossier militari...proprio io mi sono persa nel...tamburino, che cosa terribile. Stendiamo il velo delle grazie sul distico direi per stasera...
Comunque tutto questo per dire che le lezioni sono sempre più interessanti nella nostra facoltà, che apprendiamo giornalmente nozioni nuove delle quali ci vanteremo solo a tavola a cene filantropiche ma che non ci serviranno certo per andare avanti con il nostro mestiere...Molte parole, tantissime frasi messe una dietro l'altra, tutto qui. Il nominalismo imperversa sulle cattedre della nostra università che oltre alle ragnatele sui muri deve sopportare personaggi improbabili che raccontano di cosa non si sa, spesso persi in flussi di parole incomprensibili. Sarà una mia impressione, ma forse sarebbe meglio dedicare più tempo allo studio di cose concrete e concetti piò complessi, piuttosto che assopirci in lezioni ormai davvero al limite della sopportazione.
Perdonate lo sfogo, un abbraccio sincero a tutti i miei colleghi...

lunedì 14 aprile 2008

espanol

ragazzi ho trovato questo sito che coniuga qualunque verbo ispanico voi desideriate....contenti eh?!?
ecco il link...BUON DIVERTIMENTO!

http://www.elemadrid.com/it/page110.html

psicopatra

martedì 8 aprile 2008

A regazzì...svegliamose va!

ma quando facciamo qualcosa nella nostra facoltà? Avanzo la mia prima proposta: una riunione di noi menti del giornalismo per trovare un modo per incentivare le presenze alle future assemblee studentesche. Naturalmente i presupposti sono essenzialmente due: 1) essere convinti noi per primi dell'importanza dell'assemblea; 2) avere qualcosa di importante da proporre durante la stessa.
Due necessità per cui dovremmo alzare la voce a mio parere: a) le ragnatele nelle aule non sono più tollerabili; b) possibile che per studiare in pace bisogna andare in biblioteca a giurispruenza?!?...servono aule studio in via Malpighi... al prima!
Io sono per l'azione. Proponiamo giorno, ora e luogo dove vederci. A regazzì...svagliamose va.

psicopatra

Voi siete qui !!!

Girovagando per il web ho trovato questo sito che aiuta a fare chiarezza sulla propria posizione politica. Rispondete al questionario senza preconcetti e le vostre risposte saranno confrontate a quelle dei partiti in lotta per le elezioni del 13 e 14 aprile. Una volta finito il questionario vi verrà data una classifica dei partiti che più si avvicinano alle vostre idee.
Ovviamente bisognerebbe rispondere prima di aver letto i programmi dei partiti.

Il sito è: http://www.voisietequi.it/ clickate in alto sul pulsante "tu dove sei ?"

venerdì 4 aprile 2008

Politica dell'azione nonviolenta - Gene Sharp

Sicuro di rendere un servizio non da poco posto questo link che potrebbe rivelarsi utile per il compito di lunedì:

http://beppegrillo.meetup.com/460/boards/thread/4404593

Personalmente ho iniziato a studiare oggi, questo sunto è per me manna dal cielo !!!

mercoledì 2 aprile 2008

AAA SIGNOR ROBERTO CERCASI

...ma tutti i nostri dubbi, i nostri problemi e i nostri impegni quotidiani passano in secondo piano quando ci torna in mente un dubbio, radicato nelle nostre coscienze ....MA DOVE MINCHIA E' FINITO IL SIGNOR ROBERTO?!?

Gita a Sigonella

Ragazzi incollo il programma della gita a Sigonella, organizzata dalla Cammarota. E' fissata per il 23 aprile, perciò lo stesso giorno non ci sarà lezione di sociologia politica. La quota è di 12 €.

PROGRAMMA
Partenza in pullman da Messina ore 8,30
Arrivo a CT presso stazione SAIS ore 10,30 e incontro con i collettivi di Catania.
Partenza e arrivo a Sigonella, sosta nello spiazzo antistante la base militare, autostrada CT-Gela, ricevimento giornalisti.
Ore 11,30 lezione della prof.ssa Nella Ginatempo-docente di Sociologia Urbana presso la Facoltà di Scienze Politiche- Università di Messina sul tema “Come nasce la città della guerra-analisi dei processi di mìlitarizzazione in corso nell’area di SigonellalLentini e Scordia —ruolo e funzione della base USA in Sicilia- un territorio appeso alla guerra globale- una popolazione esposta al rischio atomico ed ai rischi di guerra”.
Ore 12,30 dibattito.
Ore 13,30-14,30. Sosta in contrada Xirumi nei pressi di Lentini dove è previsto un grande allargamento della base militare-colazione a sacco.
Ore 15,30-17,30. Presso il liceo scientifico di Scordia, assemblea- dibattito con proiezione del fumato inchiesta di Rainews24 sulla base militare di Sigonella.
Rientro a Messina ore 19,30.

OBIETTIVI DELL’INIZIATIVA
Un’altra sociologia del territorio. Finora i maestri della sociologia urbana in Italia hanno indirizzato la loro attenzione e le loro ricerche in prevalenza verso le città del belpaese, nell’intento di migliorarne la qualità della vita e di proporre riforme sociali. Ma di fronte allo scempio di innumerevoli città che è avvenuto in questo ultimo ventennio appena fuori dei nostri confini, da Sarajevo- Belgrado Pristina, a Baghdad- Bassora, Kabul-Kandahar e così via, dovremmo cominciare a porci altre domande come: “perché continuiamo a distruggere le città degli altri popoli ?“, anziché continuare a chiederci “come possiamo migliorare le nostre belle città”. Per una sociologia urbana che assuma uno sguardo globale, è vitale comprendere il nesso che lega la costruzione delle cittadelle fortificate della guerra (107 basi militari USA-NATO) in Italia, disseminate in tutte le regioni, alla distruzione sistematica di ampi territori e città oltreconfine. Cominciamo a fare tentativi nuovi, a rilanciare la ricerca sul campo, ad aprirci alle contraddizioni laceranti della guerra e della globalizzazione che i nostri massmedia tentano di oscurare. Per una università che scenda dalla torre d’avorio e contribuisca ad analizzare la crisi della nostra epoca e a cercare vie nuove a partire dall’uso del territorio e delle risorse orientato alla pace. Un altro rapporto con i soggetti sociali del territorio. Cerchiamo una forma di cooperazione coi territori che faccia dell’università un servizio sociale e una palestra di democrazia dove sia possibile il confronto politico serio e la ricerca assieme ai soggetti sociali attivi per il mutamento. Una radicale opzione per la pace e per il disarmo. Sperimentiamo forme di ricerca e di conoscenza che siano costantemente orientate verso una politica di pace fondata sul disarmo e sulla smilitarizzazione dei territori.


Per le iscrizioni, contattate la Prof. Meo.

martedì 1 aprile 2008

Colleghi giornalisti, mandiamo in massa curriculum alla "Gazzetta del Sud", per una concreta lotta non violenta contro il blocco delle assunzioni!!!

Eccovi questa bella intervista, realizzata da me e da una collega del nostro corso, al big Nino Calarco, direttore della Gazzetta del Sud...a voi i commenti!
PS: non mandate mai un curriculum a lui, sapete già che fine farebbe!

“Cosa posso fare più di quello che ho fatto? Solo un giornale in braille per i ciechi”.
Frase forte questa, pronunciata da Nino Calarco, comodo e scomodo storico direttore della Gazzetta del Sud, controverso organo di stampa da decenni ormai punto di riferimento per i lettori di Messina. Volendo fare un po’ di polemica, e stando alle frasi sibilline pronunciate nei bar, si dice che la “Gazzetta” si compra solo per gli spettacoli dei cinema, le farmacie di turno, per i necrologi e forse anche per tenersi un attimo aggiornati sui fatti di cronaca della città. Ma fino a che punto questo organo di stampa è attendibile? E fino a dove è assolutamente indipendente come sostiene con il ferro e con il fuoco il suo fedele direttore? A tratti durante l’intervista che Calarco ha concesso a me e ad una mia collega di corso, e alla quale ha partecipato anche il nostro docente prof. Bottari, il caparbio giornalista in giacca e cravatta, seduto sulla poltrona d’ordinanza, ha più volte voluto sottolineare l’assoluta essenza cristallina delle notizie trattate dal quotidiano.
Ma andiamo per ordine. La prima domanda fatta a Nino Calarco è stata naturalmente sulle possibilità concrete che i giovani giornalisti hanno in questo mondo complicato e appunto gli è stato chiesto: “Ma se noi dovessimo inviare un curriculum alla Gazzetta del Sud” come verrebbe trattato? Ci chiamerebbero per fare almeno un colloquio? La risposta è stata perentoria e per nulla diplomatica a questo punto. Calarco infatti ha sostenuto strenuamente la teoria che il mondo delle assunzioni è decisamente bloccato a causa di una fumosa politica di non si sa che cosa, che ha portato nel nostro paese una zavorra di oltre 25 mila professionisti disoccupati. Nessuna prospettiva dunque per i giovani talenti che vogliono intraprendere questo mestiere soprattutto a Messina: “Qui il mercato del lavoro è del tutto fermo(anche se sappiamo bene che così proprio non è ndr), e lo resterà ancora per molto molto tempo”. Quasi come a dire “ragazzi non mi inviate curriculum perché li cestinerò senza nemmeno leggerli”. Insomma un pò poco approfondita come risposta considerando i numeri di gazzetta del Sud. Non dimentichiamo infatti che il giornale fondato nel 1952 dall’industriale Uberto Bonino vende circa 85 mila copie al giorno, e anche se la sua diffusione è legata maggiormente alla Calabria dove si ha una percentuale di vendita del 60%, c’è anche la fetta siciliana che incalza giornalmente. Sembra dunque sbrigativa la teoria, che una macchina giornalistica di tale livello dove decine di tipografi e professionisti giornalmente lavorano, non abbia mai e poi mai bisogno di un ricircolo o di un bacino di giovani giornalisti.
“I profitti vengono restituiti al territorio” incalza Calarco, anche se in effetti il territorio magari avrebbe bisogno di qualche certezza in più in fatto di carta stampata, e non solo per quanto riguarda il contenuto delle notizie e il modo in cui sono scritte e trattate, ma anche l’attenzione per i titoli, per i sommari, gli occhielli, i catenacci, parole quasi perdute, che rappresentano però elementi fondamentali per la perfetta riuscita di un giornale. Molto spesso però il lettore medio si accontenta, e non approfondisce, proprio perché serve “mangiare” la notizia e contestualmente dimenticarla.
Ma per il direttore, il suo quotidiano non ha difetti, e non ha problemi ad asserire che il segreto del successo della Gazzetta del Sud, che ricordiamo è uno dei pochi giornali in Italia a chiudere il bilancio in attivo, oltre ad avere la peculiarità di essere di proprietà di una fondazione, è quello di essere sempre moderati su tutto.
“Il nostro è un giornale che piace perché io non sono mai stato scandalistico, ho sempre creduto che dietro una notizia ci sono storie, famiglie, affetti, che vanno comunque rispettati e messi al primo posto”; “la gente questo lo sa e giornalmente ci dà la fiducia di cui noi andiamo fieri”. Alla domanda invece su che giornalista vorrebbe essere, o chi avrebbe voluto conoscere, l’autostima di Calarco non ha fatto una piega: “ A nessuno, io ho incontrato tutti i migliori, sono stato anche un talent scout per molti di essi, riferendosi per esempio ad Enrico Mentana a cui a consegnato personalmente un premio, non ho rimorsi e rimpianti, sono soddisfatto di tutto quello che ho fatto fin qui”. Ma naturalmente ci sono sempre margini di miglioramento. Per fare infine un po’ di storia a conclusione della sintesi dell’intervista, ricordiamo che tra i direttori che si sono succeduti ai vertici della testata ci sono stati in ordine cronologico: Michele Torre (1953 – 1954), Orsino Orsini (1954 – 1962), Sergio Pacini (1962 – 1968) e Nino Calarco, appunto, che è in carica dal 1968. Secondo i dati forniti il numero di copie è più o meno rimasto sempre stabile e molto alto, partendo dalle 56.000 del 1996 fino a raggiungere il suo più alto picco registratosi nel 2001 (quasi 59.000 copie vendute). Attualmente il trend di vendita è sulle 52.000 copie di media con picchi che raggiungono cifre senza dubbio più alte. Novità di Gazzetta del Sud, sempre in via di miglioramento, anche il suo sito dove sono riportate le notizie più importanti della giornata e dov’è anche disponibile un archivio storico www.gazzettadelsud.it.

lunedì 31 marzo 2008

La materia fantasma

Si chiama Storia dell'America del Nord. Consta di ben 6 cfu, un mattone fatto di pagine riciclate impossibili da sottolineare e centinaia, migliaia, miliardi di fotocopie che svolazzano in quel tugurio che qualcuno ha chiamato, forse ironicamente, "cartoSMILE". Ma soprattutto, America del Nord è Lui: Dario. Il professore più bello, affascinante (e conservatore) che una studentessa al secondo anno, dopo aver visto Battaglia e il suo assistente biondo, possa desiderare. Dario..
Ma passiamo alle cose serie perchè, signore e signori, America del Nord non esiste.
L'abbiamo immaginata noi scritta sul piano di studi e sul calendario delle lezioni. Abbiamo inventato tutto per stare a sentire Dario parlare e parlare. Di Franklin, di Washington, di Calhoun, di Wilson, di Roosevelt e di Reagan. Così che adesso i nostri amici segretari ce la schiaffano in faccia.
Questa é la mail che ho appena mandato alla Caminiti, coordinatrice del nostro aureo CdL. Con la speranza che almeno queste assurdità burocratiche possano concludersi con un sorriso. Un sorriso "alla cartosmile", dedicato all'ometto delle fotocopie(licenziati!!).

"Gent.le Prof.ssa Caminiti,mi chiamo SEEZ, frequento il secondo anno del corso di giornalismo. Le scrivo a proposito di un problema che io e i miei colleghi abbiamo incontrato in questi giorni e spero Lei possa aiutarci a risolverlo, in qualità di coordinatrice.In linea con il nostro piano di studi, visibile sul sito, durante il primo semestre abbiamo seguito il corso di Storia dell'America del Nord, tenuto dal Prof. Caroniti. Successivamente, fra gennaio e febbraio, la maggior parte di noi ha sostenuto l'esame della stessa materia. In questi giorni, ci siamo recati in segreteria per segnalare che, però, l'esame non era ancora stato registrato in nessuna delle nostre carriere; la risposta che abbiamo ottenuto è stata che Storia dell'America del Nord non appartiene al nostro regolare piano di studi e che ci verrà annotata soltanto fra i crediti liberi.Sul piano di studi, invece, è scritto che al secondo anno è possibile scegliere liberamente tra questa e Storia delle Istituzioni Politiche.Credo che Lei possa comprendere il disguido: é una materia che pretende notevoli, anche se dovuti, sacrifici e avremmo preferito studiare qualcos'altro piuttosto che perdere 3 mesi per 6 crediti liberi.La ringrazio anticipatamente.Cordiali saluti."

Risponderà?

domenica 30 marzo 2008

Chiarezza? No grazie...

Che dire, l'università di Messina non brilla certo per trasparenza, ed è in ottima compagnia, se poi ci addentriamo negli anfratti oscuri, misteriosi e pieni di ragnatele(provare per credere aula 4 e aula 5 via Malpighi ndr) di Scienze politiche si supera davvero ogni limite di decenza.
La nostra facoltà ha stipulato, nel corso degli anni, convenzioni con il mondo intero. Forze dell'ordine, sindacati, istituzioni, ordini professionali...Inoltre si è impegnata in vari ambiziosi e rispettabili pogetti di crescita come per esempio "laureiamo l'esperienza"....Peccato che tutto questo patrimonio sia disperso, insabbiato e perduto chissà dove e chi si dovrebbe fare in quattro per far funzionare tutto il sistema spesso non sa dove mettere le mani. Ma non è un modo di dire. Infatti se si chiedono moduli, ragguagli, testi di convenzioni, non esiste una sola persona in segreteria o in alcun altro luogo recondito della facoltà in grado di darti una mano. In effetti la questione avanzata dalla collega sui "crediti liberi" e sulle ancora più simpatiche e sibilline "altre attività" credo sia molto sentita da tutti gli studenti. Ci accavalliamo in convegni, seminari, strane attività per racimolare 2, 3, 4 crediti che poi si sommeranno ad altri di cui non risuciamo mai a tenere bene il conto...forse ci saremmo quasi quasi accontentati di fare 2 materie in più piuttisto che stressarci con mettere la firma qui o lì e seguire incontri che a volte sono davvero inutili e poco interessanti. Proposta concreta: Ci sarà un web master all'università che possa farsi carico di realizzare in maniera molto semplice e lineare un piccolo link sulla home page dell'ateneo fatta proprio solo di "convenzioni", "crediti liberi", "altre attività", per metterci dentro moduli e materiale davvero interessante e non inutili programmi che non servono a nessuno...