martedì 1 aprile 2008

Colleghi giornalisti, mandiamo in massa curriculum alla "Gazzetta del Sud", per una concreta lotta non violenta contro il blocco delle assunzioni!!!

Eccovi questa bella intervista, realizzata da me e da una collega del nostro corso, al big Nino Calarco, direttore della Gazzetta del Sud...a voi i commenti!
PS: non mandate mai un curriculum a lui, sapete già che fine farebbe!

“Cosa posso fare più di quello che ho fatto? Solo un giornale in braille per i ciechi”.
Frase forte questa, pronunciata da Nino Calarco, comodo e scomodo storico direttore della Gazzetta del Sud, controverso organo di stampa da decenni ormai punto di riferimento per i lettori di Messina. Volendo fare un po’ di polemica, e stando alle frasi sibilline pronunciate nei bar, si dice che la “Gazzetta” si compra solo per gli spettacoli dei cinema, le farmacie di turno, per i necrologi e forse anche per tenersi un attimo aggiornati sui fatti di cronaca della città. Ma fino a che punto questo organo di stampa è attendibile? E fino a dove è assolutamente indipendente come sostiene con il ferro e con il fuoco il suo fedele direttore? A tratti durante l’intervista che Calarco ha concesso a me e ad una mia collega di corso, e alla quale ha partecipato anche il nostro docente prof. Bottari, il caparbio giornalista in giacca e cravatta, seduto sulla poltrona d’ordinanza, ha più volte voluto sottolineare l’assoluta essenza cristallina delle notizie trattate dal quotidiano.
Ma andiamo per ordine. La prima domanda fatta a Nino Calarco è stata naturalmente sulle possibilità concrete che i giovani giornalisti hanno in questo mondo complicato e appunto gli è stato chiesto: “Ma se noi dovessimo inviare un curriculum alla Gazzetta del Sud” come verrebbe trattato? Ci chiamerebbero per fare almeno un colloquio? La risposta è stata perentoria e per nulla diplomatica a questo punto. Calarco infatti ha sostenuto strenuamente la teoria che il mondo delle assunzioni è decisamente bloccato a causa di una fumosa politica di non si sa che cosa, che ha portato nel nostro paese una zavorra di oltre 25 mila professionisti disoccupati. Nessuna prospettiva dunque per i giovani talenti che vogliono intraprendere questo mestiere soprattutto a Messina: “Qui il mercato del lavoro è del tutto fermo(anche se sappiamo bene che così proprio non è ndr), e lo resterà ancora per molto molto tempo”. Quasi come a dire “ragazzi non mi inviate curriculum perché li cestinerò senza nemmeno leggerli”. Insomma un pò poco approfondita come risposta considerando i numeri di gazzetta del Sud. Non dimentichiamo infatti che il giornale fondato nel 1952 dall’industriale Uberto Bonino vende circa 85 mila copie al giorno, e anche se la sua diffusione è legata maggiormente alla Calabria dove si ha una percentuale di vendita del 60%, c’è anche la fetta siciliana che incalza giornalmente. Sembra dunque sbrigativa la teoria, che una macchina giornalistica di tale livello dove decine di tipografi e professionisti giornalmente lavorano, non abbia mai e poi mai bisogno di un ricircolo o di un bacino di giovani giornalisti.
“I profitti vengono restituiti al territorio” incalza Calarco, anche se in effetti il territorio magari avrebbe bisogno di qualche certezza in più in fatto di carta stampata, e non solo per quanto riguarda il contenuto delle notizie e il modo in cui sono scritte e trattate, ma anche l’attenzione per i titoli, per i sommari, gli occhielli, i catenacci, parole quasi perdute, che rappresentano però elementi fondamentali per la perfetta riuscita di un giornale. Molto spesso però il lettore medio si accontenta, e non approfondisce, proprio perché serve “mangiare” la notizia e contestualmente dimenticarla.
Ma per il direttore, il suo quotidiano non ha difetti, e non ha problemi ad asserire che il segreto del successo della Gazzetta del Sud, che ricordiamo è uno dei pochi giornali in Italia a chiudere il bilancio in attivo, oltre ad avere la peculiarità di essere di proprietà di una fondazione, è quello di essere sempre moderati su tutto.
“Il nostro è un giornale che piace perché io non sono mai stato scandalistico, ho sempre creduto che dietro una notizia ci sono storie, famiglie, affetti, che vanno comunque rispettati e messi al primo posto”; “la gente questo lo sa e giornalmente ci dà la fiducia di cui noi andiamo fieri”. Alla domanda invece su che giornalista vorrebbe essere, o chi avrebbe voluto conoscere, l’autostima di Calarco non ha fatto una piega: “ A nessuno, io ho incontrato tutti i migliori, sono stato anche un talent scout per molti di essi, riferendosi per esempio ad Enrico Mentana a cui a consegnato personalmente un premio, non ho rimorsi e rimpianti, sono soddisfatto di tutto quello che ho fatto fin qui”. Ma naturalmente ci sono sempre margini di miglioramento. Per fare infine un po’ di storia a conclusione della sintesi dell’intervista, ricordiamo che tra i direttori che si sono succeduti ai vertici della testata ci sono stati in ordine cronologico: Michele Torre (1953 – 1954), Orsino Orsini (1954 – 1962), Sergio Pacini (1962 – 1968) e Nino Calarco, appunto, che è in carica dal 1968. Secondo i dati forniti il numero di copie è più o meno rimasto sempre stabile e molto alto, partendo dalle 56.000 del 1996 fino a raggiungere il suo più alto picco registratosi nel 2001 (quasi 59.000 copie vendute). Attualmente il trend di vendita è sulle 52.000 copie di media con picchi che raggiungono cifre senza dubbio più alte. Novità di Gazzetta del Sud, sempre in via di miglioramento, anche il suo sito dove sono riportate le notizie più importanti della giornata e dov’è anche disponibile un archivio storico www.gazzettadelsud.it.

2 commenti:

seez ha detto...

Giorni fa, il "mio" giornale mi ha mandato a una delle tante e noiosissime conferenze stampa su iniziative sconosciute della nostra città. C'era una giornalista della Gazzetta, sulla quarantina, che se la tirava dio solo sa come: un'incompetente, giuro. Interrompeva il tizio che parlava: "un attimo, un attimo altrimenti non arrivo a scrivere tutto". Ma dico io, se sei incapace comprati un registratore! Tralasciando il fatto che non conosceva le nozioni minime del diritto e alla fine dell'incontro ha chiamato lo stesso tizio in disparte per ripeterle concetti già detti.. Che schifo.

kunderessa ha detto...

Concordo pienamente con la mia collega! C'è uno scenario giornalistico pietoso, soprattutto nella nostra città, e molti personaggi riescono persino ad avere posti di rilievo e ad arrivare ai "vertici"...No comment è troppo poco, secondo me dovremmo iniziare a commentare, eccome...